La psoriasi volgare (o a placche) si presenta come chiazze rossastre e tondeggianti, ben delimitate ai bordi e ricoperte da squame sovrapposte di colore biancastro.
Insorge generalmente tra i 20 e i 30 anni, ma può manifestarsi ad ogni età.
Le zone più colpite: cuoio capelluto, condotto uditivo esterno, schiena, superfici estensorie dei gomiti, palmo delle mani, unghie di mani e piedi, superfici estensorie delle ginocchia, pianta dei piedi.
Che cosa si può fare per evitare che peggiori?
Affrontare da subito con terapie efficaci le forme lievi.
Calare di peso se si è in sovrappeso o obesi. I chili in eccesso sono un fattore di rischio e rendono la malattia meno sensibile alle cure.
A tavola, evitare o limitare ciò che ha un’attività pro infiammatoria sull’organismo, come l’alcol.
Smettere di fumare: il fumo peggiora lo stato delle lesioni.
Seguire le cure come prescritto: non cambiare mai le dosi o sospendere le terapie senza il parere del dermatologo.
Oggi, sebbene le cause non siano ancora del tutto chiare e non esista ancora una cura definitiva, la situazione per chi ne soffre è decisamente migliorata, di pari passo con le più recenti scoperte, che da una parte hanno fatto maggiore luce sui meccanismi che la provocano e dall’altra hanno portato allo sviluppo di nuove terapie.
Nondimeno questa patologia nella percezione dei malati e di chi sta loro accanto è ancora gravata da un’aura nutrita da diverse “leggende” che la circondano.
“Assolutamente NO! Non è infettiva e quindi non è trasmissibile. – Oggi sappiamo che alla base della dermatite vi è la condizione genetica, e al suo sviluppo concorrono fattori immunologici e ambientali. In alcuni casi fattori scatenanti come farmaci, stress psico-emotivo, traumi fisici e infezioni delle alte vie respiratorie possono peggiorare o favorire la comparsa delle lesioni sulla pelle. Non è però una malattia infettiva e non si può trasmettere”.
A questo proposito, volendo guardare ai suoi meccanismi, quello che si sa è che il sistema immunitario gioca un ruolo centrale.
In particolare, si ritiene che ci sia un errore geneticamente determinato del sistema immunitario, che predispone a quel determinato processo infiammatorio (rossore) che accelera i meccanismi di riproduzione delle cellule epidermiche con la comparsa di chiazze desquamanti.
Infatti sono stati identificati diversi geni potenzialmente coinvolti nell’insorgenza della malattia.
Ma avere queste varianti non è sufficiente a farla sviluppare: la maggior parte delle persone manifesta la psoriasi dopo un evento scatenante. Può, insomma, apparire in seguito a un trauma fisico (quali ustioni, cicatrici chirurgiche, tatuaggi) oppure dopo un forte stress emotivo. Inoltre, la presenza stessa delle placche risulta in molti casi estenuante e si crea così un circolo vizioso che può aggravare la situazione. Tutto ciò ha un forte impatto sulla qualità di vita dei pazienti che spesso soffrono anche di ansia e depressione, dovute sia al disagio causato dalle chiazze (soprattutto quando colpiscono aree delicate, quali viso, mani e piedi, genitali o quando provocano intenso prurito), sia alla frequente insoddisfazione nei confronti delle cure.
In merito alle terapie, ne esistono di molto efficaci: da creme, unguenti e gel da applicare direttamente sulla pelle fino ai nuovi farmaci biologici per i casi più gravi. Essendo una malattia cronica, che può avere andamento altalenante, il rapporto con il dermatologo è cruciale, per calibrare bene i trattamenti nel tempo e accertarsi che il paziente li segua, monitorando anche il benessere psicologico.
Le statistiche però indicano che otto pazienti su dieci sono delusi dalle cure e le interrompono, finendo spesso per affidarsi al “sentito dire”: fototerapia, semi di lino, fanghi termali, sali da bagno sono tra i rimedi più gettonati.
Come è ben noto ai malati, l’esposizione al sole, purché graduale, influisce in maniera positiva sulla psoriasi. La fototerapia è una metodica efficace, basata sull’impiego di apparecchiature in grado di riprodurre artificialmente i raggi ultravioletti (UVA o UVB) garantendo un’azione benefica. Come ogni terapia va però prescritta dal dermatologo, che stabilisce numero e durata delle sedute.
Quanto ai semi di lino, hanno effetti sul sistema immunitario, contribuendo a potenziarne le funzioni, nutrendo la pelle e agendo come antinfiammatori naturali. Malattie infiammatorie della pelle come la psoriasi possono anche trarre giovamento dalle cure termali effettuate principalmente sotto forma di balneoterapia con acque minerali (meno spesso in forma di fanghi), che si possono intervallare o integrare alle altre terapie mediche, con un giovamento soprattutto contro la psoriasi di entità lieve e moderata.
L’indicazione alla balneoterapia e il centro termale, devono essere però valutati col dermatologo che può stimare le possibili interazioni fra le cure termali, lo stato delle lesioni e le terapie in atto contro la psoriasi. Per chi trae sollievo usando a casa propria i sali del Mar Morto (acquistati in negozi specializzati) nella vasca da bagno, vista la sostanziale, assenza di effetti collaterali, non c’è ragione per non continuare.
Mi occupo da molti anni di Dermatologia clinica, ma in particolar modo di Psoriasi. Di seguito una foto della tesi di specializzazione che aveva come tematica proprio la Psoriasi.
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Nel mondo, secondo l’International Federation of Psoriasis Associations (Ifpa) sono oltre 125 milioni le persone affette da psoriasi, approssimativamente il 3% della popolazione mondiale, ed un terzo dei casi di psoriasi ha il suo esordio prima dei 16 anni. In Italia la patologia colpisce circa tre milioni di persone. Gli impatti sono importanti, anche a livello della qualità di vita. Il claim scelto per il World Psoriasis Day 2018 è “Trattare seriamente la psoriasi. Da questo dipende la nostra qualità di vita”. Su questo l’Ifpa e i suoi membri in 56 paesi stanno organizzando campagne di sensibilizzazione e per migliorare l’accesso alle cure e aumentare la comprensione di questa patologia. La giornata sarà anche l’occasione per fare il punto sulle nuove terapie, con l’avvento dei nuovi farmaci biologici che ha migliorato molto la situazione dei malati.
Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1981 c/o la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Bari (discutendo una Tesi di Laurea Sperimentale sulla Alopecia Areata);
Specializzato in Dermatologia nel 1985 c/o la Clinica Dermatologica dell’Università degli Studi di Bari (discutendo una Tesi Sperimentale sulla Psoriasi);
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